Le Living Stones a Castiglione dei Pepoli!
È un lunedì di agosto e Castiglione ha un aspetto spettrale... ieri sera è finita la Festa del paese e oggi tutti vogliono riposare: baristi e negozianti son stanchi morti e alle 12:00 tutto chiude, rimane solo un po' di caldo e qualche ragazzo con il telo da bagno che va a dormire in riva al lago.
Ma qualcosa sta per accadere...
Sono le 15:00 e due macchine "forestiere" parcheggiano davanti al Teatro.
Ci sono 5 amici di Ferrara (Enrico, Ettore, la Poli, Stephanie, Francesco) e 2 super-ospiti: Wafa e Jiries da Betlemme, che poi in verità vengono da Beit Sahour ma approssimiamo a Betlemme dato che è a meno di un chilometro ma molto più conosciuta.
Io e Simo li aspettiamo davanti al bar chiuso. Simo l'ho incastrato ieri all'ultimo secondo: "cosa fai domani? vengono su dei miei amici, ti va di venire anche tu?" e grande Simo! ora è qui con me a rendere la spettralità del paese meno visibile.
Saluti e abbracci, grande emozione averli qui, perché sono in Italia solo pochi giorni e decidere di passarne uno quassù è per me un grande onore.
E allora iniziamo: parte il Grand Tour di Castiglione!
Un Gran Tour fatto di tappe fisiche, luoghi di amici: artisti, artigiani, associazioni, amministrazione, tutti pronti ad accoglierli!
Tappa n. 1: Lo studio di Simo
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è" Paul Klee
Simo è un amico da quando eravamo ragazzi sulla stessa corriera per raggiungere Bologna e le scuole superiori, ma Simo è anche un artista e fa quadri che "spaccano" occhi e cuore.
È da più di un anno che dipinge tessuti, un'impresa assolutamente folle: dovreste vederglielo fare! Ha gli occhi intrecciati quando sta ore ed ore a dare quelle pennellatine precise e minuziose, però il risultato finale è incredibile: sembrano veri!
Il suo progetto si chiama Corpi Tessuti sono tessuti tradizionali che coprono corpi. È dura descriverlo perché parla di migrazioni e di guerre, di nazioni che si dimenticano di amare chi le vive.
Appena apre la porta del piccolo studio che ha sul Corso, Wafa e Jiries non credono ai loro occhi: così lontano da casa loro le pareti sono piene dei loro tessuti tradizionali! Questa non se la aspettavano... si fanno descrivere tutto, sono commossi. Jiries vorrebbe che li portasse a Beit Sahour, Wafa lo ringrazia regalandogli un rosario in legno di ulivo. Ora è Simo ad essere commosso.

Tappa n. 2: un regalo Zavàj!
“Un vero viaggio non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi" Marcel Proust
A cinque passi dallo studio di Simo c'è lo showroom The Stile, quello degli amici da cui vado a prendere gli scarti di plexiglass. Durante la fiera avevo esposto qui tutti i miei pezzi, stando con loro due giorni e divertendoci un sacco a salutare tutti gli amici di passaggio. Oggi sono chiusi ma in negozio c'è una sorpresa per le Living Stones: non potevo non preparargli un regalo, e doveva essere fatto da me, uno Zavàj speciale.
Torno qualche ora indietro: è da due settimane che penso a cosa regalargli, passavo le sere a riguardare tutta la mia produzione cercando per forma e gusti quelli più adatti a chi lo avrebbe ricevuto. Eppure ve lo giuro: non ne uscivo! Prima sceglievo l'oro per una, poi pensavo che forse avrebbe preferito l'argento... poi decidevo per un paio di orecchini ma non sapevo se avesse i fori nelle orecchie... quando mi sembrava di aver deciso, ci ripensavo e partivo da capo. Qualcosa non tornava, non stavo usando i criteri di scelta giusti... troppo estetici, troppo personali... panico!!! rischiavo di non regalargli un bel niente...
Poi mi giro e su una mensola vedo loro: delle collane che avevo fatto per il Natale scorso e che erano ancora lì, su una mensola.
Le guardo e le vedo veramente! Sono loro! Sono le Living Stones!!!!
Sembrano raccontare proprio la loro storia: una piccola luce (un pezzettino d'oro) che in un contesto di buio porta un messaggio di pace e speranza.
E allora il gusto personale non c'entra più, possono piacergli o no ma sono talmente cariche di significato che non ho più alcun dubbio: gli regalerò queste, le Living Stones Zavàj!

Tappa n. 3: il Comune
“Niente è possibile senza gli uomini, e niente dura senza le istituzioni.” Jean Monnet
Fuori dal negozio ci aspetta Tommaso, è il Sindaco! Anche lui è un grande perchè vi dirò un segreto: gli avevo anticipato che le Living Stones sarebbero venute a Castiglione, ma mi ero scordata di dirgli quando... Stamattina gli ho telefonato e lui si è liberato di tutti gli impegni perché voleva assolutamente esserci (perdonami Tommaso...).
Tommaso ci accoglie da vero padrone di casa, ci porta tra le splendide sale del Comune, tutte in sasso con le travi in legno: era la casa dei Conti Pepoli e ora ospita uffici e sale comunali ma profuma di storia e intrighi romanzeschi.
Poi andiamo nel suo ufficio e anche lui ha voluto preparargli un regalo: un sacco di cose fantastiche che parlano del territorio e delle sue specialità, dai libri agli zuccherini montanari (deliziosi).
Si parla di istituzioni, ma per chi non le amasse per posizione naturale voglio sottolinearlo: non si parla di strategie politiche o territoriali, è una chiacchierata tra persone, per conoscersi e per capire meglio la situazione che vivono oggi in Palestina. Anche qui il potere delle Living Stones è indiscutibile: non ci fanno piangere per la guerra ma per la pace, lo fanno regalando a Tommaso una cartolina "Pax Vobis", il racconto che portano nelle scuole, oggi quando tutti parlano di guerra, loro che ci sono dentro sentono l'urgenza di parlare di pace. Inevitabile, ci commuoviamo anche qui.

Tappa n. 4: dagli amici di Radio Fresh
“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.” Eleanor Roosevelt
Oh! Questa è una tappa "basilare", nel senso che è stata la "base" di partenza per decidere di invitare questi lontani (chilometricamente) amici quassù a Castiglione. Tutto è nato qui, dentro queste quattro splendide stanze che sono lo Studio di Radio Fresh.
Lele, Beppe, Elena, Daniele, Dalia, Tommaso il farmacista e Davide Buti hanno dato voce ai protagonisti di “un’amicizia inesauribile”. Era il 2023 quando ho proposto ai volontari della radio di incidere gli audiolibri di una collana per ragazzi sul tema della Pace. Non hanno avuto esitazioni: "Sì!" e ne è nato un podcast meraviglioso!
Tra i 6 racconti ce n’è uno su Betlemme e la storia è proprio quella di Wafa, che non vedeva l'ora di conoscere chi ha dato voce alla piccola Lea (la protagonista del libro).
Ad aspettarci in radio Lele e Buti. Living Stones on-air e un invito agli amici della Radio: "Vi aspettiamo da noi, a Betlemme!".

Tappa n. 5: Boccadirio
“Solo per dire Grazie”
E per chiudere in bellezza: uno dei posti più belli del territorio, il Santuario di Boccadirio.
Andiamo su, tra boschi di abeti e stradine di curve, dove ci aspettano ancora altri amici! Ormai è sera ed ha potuto raggiungerci anche chi oggi era al lavoro, ci sono Fede, Elena, Rocchi e pure mia mamma e mio babbo (gli ospiti erano troppo speciali per non invitare anche loro).
Ettore è la nostra non-guida preferita e ci racconta del significato di questi luoghi (i santuari), con una lettura da ingegnere-poeta (poco poeta, molto ingegnere e assolutamente intelligente). Viaggiamo tra i chiostri e la chiesa e il parroco ci apre anche le porte di una stanza speciale, quella dei tanti "Grazie" fatti dai fedeli alla Madonna. Ci sono mille quadri dipinti da chi non sapeva farlo, piccoli oggetti preziosi più per chi li donava che per il loro valore economico, oggetti quotidiani di un tempo e anche fotografie di oggi. Queste sale mi fanno venire gli occhi lucidi. Gli ex-voto sono un affare da brividi: questi oggettini fatti con il cuore e senza grandi competenze sono l'espressione più sincera e umile di uomini che volevano semplicemente dire grazie, con un dono. Si percepisce la loro gioia e la loro certezza di qualcosa di infinito, fuori di loro e per loro.

Tappa n. 6: la fine che non è una fine
È tempo di saluti, chiacchiere e giudizi sulla giornata.
È anche ora di cena, gli stomaci brontolano e in Appennino sappiamo come risolvere il problema: cacciagione, funghi, pasta fatta a mano e crostini.
Si mangia, si beve e si parla ancora.
E alla fine arriva la fine, che una fine non è:
"A presto Amici, ci vediamo a Betlemme" Wafa Farid Musleh e Jiries Qumsiyeh

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